Il lavoro intelligente viene dall'interno -un pensiero in quarantena-

In questi giorni speciali, diversi da tutti gli altri vissuti finora, siamo chiamati, da una voce che viene da dentro, ad essere ogni giorno, nonostante tutto il resto, la versione migliore di noi stessi.
Questo significa anche vestirsi e nutrirsi dei materiali, degli oggetti, di ciò che rappresentano e del loro valore quasi simbolico.
In questi momenti speciali di solitudine e riposo, torna utile un frammento di Chandra Livia Candiani, poetessa e scrittrice: 'lasciare spazio attorno ai gesti ordinari, dare uno spazio, farli risplendere, permettere loro di sfondare l'oscurità in cui ci abitualmente vivono, nel nostro sonno quotidiano. Poi, lentamente, si ricevono le visite della consapevolezza: sono i miracoli del conosciuto.' (Da 'Il Silenzio è Cosa viva', 2018).
Con la scomparsa di ogni attività all'aria aperta e sociale, a ogni gentiluomo è chiesto di abitare i suoi spazi con la massima grazia. Avendo in mente un uomo d'altri tempi, quando indossare abito e cravatta era consuetudine anche per stare a casa, nasce una nuova sfida: reinventare il pezzo esistente del nostro guardaroba in nuovi abbinamenti eleganti, robusti e comodi che possano vestire la persona e di conseguenza le sue azioni quotidiane. Il risveglio diventa un atto di affermazione, sono in questo mondo; può quindi fare la sua comparsa la camicia da notte, insieme ad altri rituali di vestizione che forse abbiamo dimenticato.
Non è un compito facile: ci viene chiesto di riflettere sul realizzato e sul futuro, assorbendo l'oscurità e facendola risplendere attraverso la nostra realizzazione; gesti quotidiani e solitamente inosservati assumono l’importanza che meritano, abitando i nostri spazi e lasciando passare la luce.
È un lavoro smart perché intelligente: basato sul tempo, sullo spazio e sulla riflessione, qualcosa che solitamente ci manca e di cui abbiamo urgentemente bisogno.

Illustrazioni di Evgenia Manko @Opera Illustration

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